Operetta » LA DANZA DELLE LIBELLULE

Musiche di Franz Lehàr
Libretto di Carlo Lombardo

Compagnia di Operette Alfafolies
Coro "Carmine Casciano"
Balletto Alfaballett
Scene e Costumi della Compagnia
Regia di Augusto Grilli

Presso l’Hotel Du Parc, in Scozia, la vita sembra trascorrere allegra e beata, fra gite sul lago ghiacciato e feste notturne: in realtà la proprietaria dell’albergo, Tutù, è assai annoiata e per rompere la monotonia pretende che uno dei suoi ospiti, Carlo, le faccia delle avances. Anche le sue amiche, Carlotta ed Elena, sembrano attratte dal giovane, ma questi ha promesso al padre che non dilapiderà più il suo patrimonio per amore di una donna. Nel mentre, al castello di Nancy, è stato organizzato un ricevimento dal nuovo padrone, il ricco Piper. Carlo, sorpreso nel parco a cacciare di frodo, viene condotto al castello e costretto a vestire i panni di Adone nell’imminente recita. Mentre Tutù si scatena con il partner Bouquet in uno spettacolare fox-trot, Carlo prova le proprie scene con Elena. Solo ora Carlo capisce che si sta innamorando, una passione subito frenata dal ricordo della promessa fatta al padre. La scanzonata atmosfera viene presto interrotta dall’arrivo di un dispaccio, il duca di Nancy sarà presto reintegrato dei suoi beni, quindi anche del castello. Scioglimento della vicenda all’insegna del più tradizionale lieto fine: Carlo si scopre e rivela di essere il vero Duca di Nancy, nella cui veste può chiedere la mano di colei che ama, la dolce Elena. Bouquet intanto resterà presso il Duca come maggiordomo mentre Tutù e Carlotta riusciranno a ben nascondere ai loro mariti l’infatuazione avuta per Carlo.

La danza delle libellule è l’unica operetta nata in Italia ad aver varcato trionfalmente il confine nazionale. Non è raro ascoltare ancora oggi nei concerti operettistici dei paesi del nord arie di questa operetta. Uno dei motivi principali di questo successo fu il connubio con il celeberrimo Franz Lehár, che ne firma le musiche. Abbondano i tempi di marcia, ma si tratta di motivi attraenti piacevoli da ascoltare. Nel valzer lento “Neve, gel” è evidente lo stile di Lehár, così come negli altri numeri affidati al soprano e al tenore, mentre la mano di Lombardo è evidente nelle danze alla moda e nei brani d’insieme. Suo è il fox-trot più popolare dell’operetta italiana: il “fox delle gigolettes”, un bis oggi come ottant’anni fa.

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